GUGLIELMO MARCONI
Guglielmo Marconi nacque a Bologna il 25 Aprile 1874.
Suo padre, Giuseppe, era un proprietario terriero che, rimasto vedovo della prima moglie, aveva sposato nel 1864 Annie Jameson, una giovane irlandese, studentessa di musica a Bologna. Da Annie, Giuseppe ebbe un primo figlio maschio nel 1865, Alfonso; dopo nove anni nacque Guglielmo.
Dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì dalla città in campagna, a Pontecchio, ove il padre possedeva delle terre e una casa: Villa Griffone. Guglielmo non frequentò scuole regolari, ma venne istruito da un educatore privato (come spesso accadeva nell' 800 ai figli di famiglie benestanti). Conseguì la licenza elementare tardi, a 12 anni. Parlava l'inglese (glielo aveva insegnato la mamma). Durante gli inverni Annie portava la famiglia in Toscana, a Livorno sul mar Tirreno, ove il clima era più mite; qui abitava una sua sorella. Verso i 14 anni Guglielmo manifestò un forte interesse per le materie scientifiche: la chimica e la fisica. A Livorno la madre gli faceva avere lezioni private presso il professor Vincenzo Rosa, insegnante di Fisica nel locale Liceo.
Quando rientrava a Villa Griffone Guglielmo si rifugiava nella "stanza dei bachi" (dove il nonno allevava i bachi da seta) per studiare e per fare esperimenti. Dopo grande insistenza aveva ottenuto in regalo dal padre l'abbonamento ad un'autorevole rivista settimanale di carattere tecnico edita a Milano: "L'Elettricità". La studiava con attenzione e riproduceva tutti gli esperimenti suggeriti.
Nel Gennaio 1894 morì Heinrich Rudolf Hertz e la rivista "L'Elettricità" pubblicò molti articoli sulle sue ricerche relative alle onde elettromagnetiche. Nella mente di Guglielmo si accese un'idea luminosa, che sarà d'ora in poi l'obiettivo di tutta la sua vita, come lui stesso successivamente affermerò: utilizzare le onde elettromagnetiche per le comunicazioni senza fili a grande distanza, e per il salvataggio di vite umane sulle navi in mare.
Cominciò a studiare e a lavorare nel suo laboratorio, giorno e notte senza sosta. Il padre Giuseppe, ormai sessantenne, inizialmente non capiva la particolare vocazione del figlio; avrebbe preferito che conseguisse un diploma e lo aiutasse nella gestione degli affari. Però, dopo aver assistito, nella villa, ad alcuni esperimenti realizzati con successo, gli fornì un costante sostegno economico per la sua attività.
Guglielmo mise a punto un trasmettitore che, producendo scintille irradiava onde elettromagnetiche (utilizzò un "oscillatore a scintille" già usato da Hertz e dallo scienziato bolognese Augusto Righi).
Come ricevitore impiegò, perfezionandolo, un "coherer" (o "coesore", inventato dal marchigiano Calzecchi Onesti): un tubetto di vetro lungo 5 cm circa, con due elettrodi d'argento, fra i quali era interposta della limatura metallica di nickel e argento. Quando il coesore captava un'onda elettromagnetica lanciata dal trasmettitore, la limatura metallica entrava "in coesione", e chiudeva un circuito elettrico che attivava una scrivente Morse (per le prove iniziali, impiegò un campanello elettrico). Questi apparati, tuttavia, consentivano la trasmissione di segnali telegrafici a breve distanza, invece l'obiettivo di Marconi era quello di raggiungere distanze di comunicazione sempre crescenti. Ebbe l'intuizione di attrezzare sia il trasmettitore che il ricevitore con un'antenna ed una presa di terra; in questo modo verificò che, più alta veniva alzata l'antenna, più lontano si irradiavano gli impulsi trasmessi.
Continuò a fare esperimenti attorno alla villa paterna per potenziare la sua invenzione.
Il momento storico si verificò nella primavera del 1895, e fu lo stesso Marconi a descriverlo in maniera particolareggiata: "Era mia intenzione trasmettere oltre la collina dei Celestini che si erge davanti a Villa Griffone. Mio fratello si armò di fucile da caccia e mi disse: - Se il ricevitore funzionerà, sparerò un colpo. " Sta bene " risposi" Dopo qualche minuto ripresi la trasmissione" Ad un tratto un colpo di fucile echeggiò nella valle. Il successo della mia invenzione era assicurato".
Guglielmo aveva solo 21 anni.
Nel gennaio 1896 si preparò a lasciare l'Italia per andare, assieme alla mamma Annie, in Inghilterra, a valorizzare e brevettare il suo sistema di comunicazione telegrafica senza fili. In Inghilterra aveva dei parenti che lo potevano aiutare ma, soprattutto, era consapevole che in quella nazione la sua invenzione avrebbe suscitato vivo interesse, essendo la Gran Bretagna un'isola, con una potente flotta mercantile e a capo di un vasto impero. A Londra Guglielmo dimostrò abilità nel sapersi muovere nel mondo degli affari e della burocrazia. Dopo aver ottenuto il brevetto fondò una Società, con lo scopo di costruire e potenziare il suo "telegrafo senza fili": la "Wireless Telegraph and Signal Company Ltd". I primi azionisti furono degli importanti armatori di navi. Nel frattempo continuò a fare esperimenti per aumentare la distanza della trasmissione.
Nella sua mente, però, coltivava un grande sogno, che gli scienziati dell'epoca consideravano una follia: comunicare "senza fili" fra Europa e America, superando l'oceano Atlantico (3400 Km circa) e la curvatura della Terra (equivalente ad una montagna alta circa 200 Km). Nel 1900 iniziò la costruzione di una potente stazione trasmittente situata nell'estremo sud dell'Inghilterra, a Poldhu vicino a Helston in Cornovaglia (Helston è gemellato con Sasso Marconi, dal 1968).
L'anno successivo, 1901, si recò in America per cercare, sulla costa est, il punto migliore ove costruire la stazione ricevente. In Canada, a St.John's nell'isola di Terranova, riuscì ad installare una grande stazione ricevente. Da Poldhu i suoi collaboratori trasmettevano instancabilmente un segnale ripetitivo, composto di tre impulsi, la lettera "S" (tre punti dell'alfabeto Morse), però nulla si captava a St.John's. Dopo alcuni giorni di prove senza successo, finalmente il 12 Dicembre 1901, il grande evento! Guglielmo Marconi e il suo assistente Kemp ricevettero in cuffia i tre "click" della lettera "S". L'America poteva comunicare con l'Europa!
Marconi aveva appena 27 anni, ed era già famoso nel mondo. Oltre che inventore geniale, dimostrò di essere abile imprenditore e uomo d'affari. Non si accontentò dei successi conseguiti, ma continuò a lavorare per perfezionare la sua invenzione.
Negli anni successivi si realizzarono memorabili salvataggi di navi in pericolo munite degli apparati radio installati dalla Società Marconi (grande risonanza ebbe il salvataggio di 700 persone nell'affondamento del transatlantico inglese "Titanic" nel 1912). Nel 1909 Guglielmo Marconi ricevette il premio Nobel per la Fisica.
Nel 1915 scoppiò la prima Guerra Mondiale: Marconi dovette interrompere le sue ricerche. Dopo la fine della guerra, nel 1919, acquistò dall'Inghilterra un panfilo di 70 m, lo battezzò "Elettra" e lo attrezzò come laboratorio galleggiante sul mare.
Qui iniziò a fare studi ed esperimenti sulla trasmissione della voce e del suono, operando con le onde medie e corte, e con l'impiego delle prime "valvole termoioniche" inventate dagli scienziati, che collaboravano con la Società Marconi, Ambrose Fleming e Lee de Forest.
Già nel 1920, grazie al successo di questi esperimenti, vennero installate, prima in America, poi in Europa delle stazioni di radiodiffusione e la Società Marconi produsse i primi (costosissimi) ricevitori radio a valvole.
Nel 1934, nel mar Ligure, fece prove di "navigazione cieca" simulando la presenza di una nebbia impenetrabile. Nel 1935 studiò i fenomeni di riflessione delle onde elettromagnetiche (creando le premesse per l'invenzione del RADAR).
Purtroppo nel 1937, il 20 luglio, Guglielmo Marconi morì a causa di una malattia cardiaca. Aveva solo 63 anni. Ci ha lasciato un'eredità di immenso valore; con la sua invenzione ha cambiato il mondo: ha aperto per l'umanità una nuova era, quella delle comunicazioni senza fili.